Marrakech
La chiamano Marrakech la Rossa. La terra è rossa, le mura sono rosse e le montagne dell'Atlante riflettono un cielo rosso. Winston Churchill, uno degli innamorati di questa città, la definì la "Parigi del Sahara". Delle sue permanenze all'allora mitico Hotel Mamounia (purtroppo dopo i recenti rifacimenti molta dell'allure di un tempo è sparita) restano alcuni dipinti, non proprio pregevoli appesi alle pareti dell'albergo. Marrakech è la città imperiale per eccellenza, fondata nell'undicesimo secolo dalla dinastia berbera degli Almoravidi, un esercito di cavalieri venuto dal sud che oltrepassate le montagne dell'Atlante, si accampò in questa valle. La città divenne un centro di vitale importanza nel passaggio tra nord e sud ed ebbe un periodo di fulgore quando al ritorno dalla felice campagna di Spagna contro il Cid Campeador, gli Almoravidi ne arricchirono piazze e palazzi. Fu così edificata la Koutoubia, il cui minareto - alla cui base vi erano cento librerie (kutub in arabo significa libro) - domina tuttora la città (fratello gemello della Giralda di Siviglia). La sua costruzione ebbe una storia assai complessa. Una volta terminata, gli architetti si accorsero che non era orientata esattamente verso la Mecca e furono costretti a ricostruirla. Dall'Andalusia arrivarono anche pietre e marmi, maioliche e terracotta e la città si impreziosì. Basta andare a visitare il palazzo Bahia, residenza del visir di Marrakech, o la Medersa Ibn Youssouf, la scuola coranica che ospitava fino a 400 allievi, completamente decorata da stucchi e marmi, o le Tombe Saadiens riscoperte dai francesi nel 1917 dopo secoli di abbandono. Ma di tutte le bellezze della città la più intrigante è la Medina, un labirinto fitto di passaggi, vicoli, tetti e case che all'interno nascondono fontane e giardini. Il punto di partenza ideale per inoltrarcisi è la piazza Jemaa el Fna, una delle piazze più belle e vive al mondo. È uno spettacolo unico, con il suo brulicare di persone e di venditori di ogni sorta. Ci si potrebbero passare giornate intere prima di carpirne gli intimi segreti. È una piazza al di fuori del tempo che deve essere stata sempre così, con i suoi cantastorie e acrobati, venditori di spiedini e incantatori di serpenti. Una piazza viva ma dedicata alla morte: deve il suo nome "piazza dei trucidati" al fatto che qui venivano eseguite le pene capitali ed esposte le teste dei morti.
Dalla terrazza del Café Glacier o dai tavolini del Café Paris si potrà godere appieno del brulicante formicolio di questa piazza. Sorseggiando un tè alla menta e aspettando il tramonto quando il cielo si arrossa e le lampade ad acetilene dei venditori rischiarano la piazza. La Medina con il souk è una delle più belle del Marocco (con quella di Fes). È consigliabile affidarsi ad una guida per evitare di perdersi tra vicoli e androni. Si inizia con il souk Semmarine dove troneggiano stoffe e broccati, per poi passare al souk Attarine, regno degli artigiani del rame. Poco distante il souk Smata, dedicato esclusivamente alle babbucce, e poi il souk El Kebir con negozi di pelletteria. Per chi non fosse ancora stanco c'è il souk Haddine, quello dei fabbri, e la piazza Rahha Kedima che ospita il mercato degli ortaggi e del pollame. Dopo tutta questa camminata ci si può ristorare al Café de Paris o optare per una più romantica gita in carrozzella lungo le mura. Il rosso del tramonto le infiamma e le cicogne tornano ai propri nidi. Per gli amanti dei giardini, la visita d'obbligo è alla Majorelle, tra ninfee e bambù...
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