Banner per il 7 ottobre: Associazione ANNAVIVA!!
Il prossimo 7 ottobre saranno passati tre anni dall'omicidio di Anna Politkovskaja,
In un mondo globalizzato e unito dai gasdotti, crediamo che tale omicidio non venga dimenticato, che debba rimanere vivo delle coscienze, se non delle autorità, della gente comune.
La politica occidentale fa affari con la "Russia di Putin" e come ha taciuto per la mattanza cecena, finge di indignarsi, ma se ne frega degli omicidi di giornalisti e difensori dei diritti umani nella Federazione Russa. Omicidi tutti rimasti impuniti come quello della Politkovskaja, di Markelov, della Baburova, della Estemirova, della Saludaeva, per citare solo quelli che hanno avuto eco in Occidente.
L'associazione Annaviva (nata per tener viva la memoria di Anna Politkovskaja)
Per questo abbiamo preparato il banner che vi mandiamo e che vi chiediamo di porre sull'home page del vostro sito, del vostro blog, delle vostre finestre virtuali su Facebook, Twitter, Myspace & co.
Noi non vogliamo dimenticare. E siamo certi che neanche voi lo volete fare.
Ad maiora
Se non potete eliminare l'ingiustizia, almeno raccontatela a tutti. Ali Shariati.
ACQUISTATE IL LIBRO "ANNA E' VIVA" DI ANDREA RISCASSI, SONDA EDITORE. NELLE LIBRERIE FELTRINELLI E, A MILANO, ALLA LIBRERIA POPOLARE DI VIA TADINO. I PROVENTI FINANZIANO ANNAVIVA.
Il presidio, che si svolgera' il 7 Ottobre 2008, alle ore 20.30, in Piazza della Scala, vedra' la partecipazione di numerose autorità e personalita', tra cui l'attrice Ottavia Piccolo.
In contemporanea si svolgerà una manifestazione anche a Roma, al Campo dei Fiori.
Futureland.it, azienda leader nella comunicazione tramite canali digitali come Internet e cellulari, ha contribuito all'iniziativa realizzando campagne di comunicazione via e-mail e SMS indirizzate a coinvolgere un pubblico eterogeneo per età, ma localizzato geograficamente nell'ambito territoriale dell'iniziativa.
Il Giardino dei Giusti di Milano, un’istituzione fondata nel 2004 e situata sul Monte Stella, è nata per ricordare persone comuni, che per i loro valori morali hanno dedicato la vita a battersi in difesa della dignità umana.
Per questo suo scomodo ruolo e i suoi reportage svolti per il quotidiano russo Novaja Gazeta, la Politkovskaja è stata assassinata il 7 ottobre 2006. Il suo omicidio, da più parti imputato ad un killer assoldato dal governo russo, ha prodotto una forte mobilitazione in tutto il mondo, ma tutt'oggi rimane ancora un caso irrisolto.
Dopo essersi laureata in giornalismo all'università di Mosca nel1980, inizia la sua carriera giornalistica nel 1982, lavorando per il famoso giornale moscovita Izvestija. Dal 1994 al 1998 passa al ruolo di cronista per un'altra testata, l' Obščaja Gazeta. E' durante questa esperienza che Anna Politkovskaja inizia ad interessarsi delle problematiche Cecene.
Dal 1999 fino al suo tragico assassinio, Anna Politkovskaja alterna la vita giornalistica, lavorando presso la Novaja Gazeta, a quella di scrittrice, pubblicando libri fortemente critici nei confronti delle politiche di Vladimir Putin e della sua conduzione delle guerra in Cecenia, Daghestan ed Inguscezia.
Proprio per le tematiche critiche trattate, la giornalista inizia a ricevere minacce di morte sempre più insistenti, al punto di essere costretta, nel 2001, a fuggire a Vienna in seguito a ripetute minacce ricevute da Sergei Lapin, un ufficiale dell'OMON (polizia dipendente direttamente dal ministero degli Interni russi) che era stato da lei accusato di crimini contro la popolazione civile in Cecenia. Lapin, dopo queste denunce è protagonista di complesse vicende giudiziarie, che lo porteranno, solo nel 2005 ad essere condannato per i crimini commessi.
Anna Politkovskaja non si dà per vinta e prosegue nella sua convinta opera di denuncia documentando i crimini russi in Cecenia e guadagnando sempre maggiore considerazione negli ambienti Ceceni, anche per il suo impegno personale in favore dei più deboli.
Questa alta considerazione di cui gode la porta, col tempo a ricoprire ruoli di “negoziatrice privilegiata” per condurre trattative con la guerriglia cecena, partecipando attivamente alla crisi del Teatro Dubrovka nel 2002.
Nel 2003 pubblica il suo terzo libro, Cecenia, il disonore russo, in cui denuncia torture, rapimenti, e uccisioni perpetrati su migliaia di innocenti dalle autorità federali russe o dalle forze cecene.
Nel 2004, mentre si sta recando in aereo a Beslan per svolgere il ruolo di mediatrice per tentare di liberare gli ostaggi in mano cecena, viene improvvisamente colpita da un malore. L'aereo è costretto a tornare indietro per permettere un suo immediato ricovero. Il malore è stato da molti imputato a un tentativo di avvelenamento, ma le reali cause dell'accaduto non sono mai state chiarite in forma ufficiale.
Anna è stata assassinata da un killer a contratto, ma nonostante siano passati 2 anni dalla sua morte, né gli esecutori materiali, né i mandanti del suo omicidio, sono ancora stati assicurati alla giustizia.
il Global Award for Human Rights Journalism di Amnesty International nel 2001;
il Freedom to Write Award del PEN nel 2002;
il Courage in Journalism Award nel 2002;
il Premio Olof Palme nel 2004;
il Premio per la Libertà e il futuro dei media del Media City Leipzig nel 2005;
l’International Journalism Award nel 2006.
Seguendo il sentiero tracciato dalla coraggiosa giornalista, l'associazione AnnaViva si batte per i diritti umani nell'est Europa.
A tal fine ha organizzato manifestazioni contro la repressione dell'opposizione in Bielorussia e contro l'invasione russa in Georgia.
Attraverso il suo sito, AnnaViva racconta cosa accade oltre il "muro di Schengen".