Scrivere una filastrocca
Chi è quella persona seduta a tavola con gli occhi sbarrati, una forchettata di purè sospesa a mezz'aria? Perchè se ne sta immobile da un quarto d'ora senza prestarvi la minima attenzione?
TLANG!
Ommadonna. E perchè ha di colpo lasciato cadere la forchetta nel piatto e si precipita in salotto borbottando una frettolosa scusa?
Se non state pranzando con il vostro cugino autistico, ci sono grandi probabilità che vi troviate in presenza di uno scrittore di filastrocche.
Questo atteggiamento può sembrare terribilmente affettato: guarda il grande poeta toccato dalla musa, pensa l'ospite esasperato. Con le stronzatuole che scrive…
In difesa di noialtri filastroccai, posso dire due cose: primo, non lo facciamo assolutamente apposta. E secondo, siamo pienamente consapevoli di scrivere stronzatuole (con la sfumatura che per noi queste stronzatuole sono una cosa importantissima). Più che grandi poeti, siamo solleciti alberghieri. Spiegazione segue.
Supponiamo di aver da poco aperto uno stabilimento. Abbiamo incominciato con lo scegliere il locale: grande o piccolo? Quante stanze per piano? Quanti piani? Bagno incluso o nel corridoio? Per l'arredamento e la decorazione, abbiamo poi dovuto farci un'idea del genere di stabilimento: luogo di cura o di villeggiatura, pied-à-terre per milionari o per pendolari, ostello della gioventù, albergo a ore... E una volta fatto tutto questo, non ci resta che aspettare, un po' ansiosi, l'arrivo dei clienti.
Per un filastroccaio, il processo non è molto diverso.
Ecco che arriva un ricchissimo, famosissimo, esigentissimo cliente. Mettiamo che si tratti di "coccodrillo" (e credete a me, questa parola può piantare più grane di Vittorio Emanuele di Savoia in un albergo a ore).
Dove lo sistemiamo?
Noblesse oblige, lo mettiamo all'equivalente di una suite all'ultimo piano, ossia alla fine del verso:
Popopòm popopòm coccodrìllo.
(per maggior comodità dell'onorevole ospite, è stato aggiunto un discretissimo pom finale).
"Ma bravi!" esclama il coccodrillo, "e io adesso chi bacio?!"
Una breve occhiata al rimario ci farà constatare che se l'onorevole ospite non è disposto a baciare un birillo, un armadillo o un bacillo del morbillo, potremmo avere un problema. A meno che, in vena di esotismo, l'onorevole ospite non sia pronto ad accettare un approssimativo coniglio... No eh?
Non resta che proporgli un'altra sistemazione. Prego prego, cosa ne pensa dell'inizio del verso? Guardi com'è comodo e spazioso...
Coccodrìllo popòm popopòm.
"E il mio articolo?!", sbraita l'onorevole ospite. "Mi prendete per un nome proprio? Portatemi subito il mio articolo, e farà meglio ad essere determinativo capito?!"
Gli portiamo solleciti il IL.
Il coccòdrillo pòm popopòm.
Coccòdrillo?! Oddio scusi!... Sistemiamo tutto subito, guardi le aggiungiamo un pòm iniziale per l'articolo.
Ìl coccodrìllo popòm popopòm.
Ma ahimè, un pòm iniziale accentuato è MOLTO meno discreto di un pom finale non accentuato! E si scatena il finimondo.
"Ma quanti pom ci sono in questa filastrocca!", si indignano gli altri clienti. "Noi abbiamo pagato per nove pom! Cosa vuol dire questo nuovo pom! Se è così vogliamo un pom anche noi!".
Se la filastrocca è appena iniziata, si potrebbe anche trattare... Ma anche al più solerte filastroccaio può mancare il coraggio di modificare i trentasette versi precedenti, sui quali lavora da un mese. Togliamo il pom.
E con un'abile manovra albergo-stilistica, il coccodrillo lo sistemiamo nel bel mezzo del verso:
Popopòil coccodrìllo popòm.
E voilà! Il coccodrillo è soddisfatto, gli altri clienti pure e noi tiriamo un sospiro di sollievo.
Non resta che sperare che la parola all'inizio del verso sia una compiacente trisillabica ossitona (con l'accento sull'ultima sillaba), disposta ad occupare un popopò troncato dal suo m...
Suona al campanello un potenziale cliente: buonasera sono il signor Caribù, desidererei una stanza vicino al coccodrillo prego. Caribù ha detto? Ca-ri-bù...
Caribù il coccodrìllo popòm.
Spiacente signore, non la possiamo accomodare: dopo non saprei più come occupare il resto del verso. Peccato però, una così bella parola... e sembrava così alla mano, non il genere da fare storie sul suo articolo determinativo.
Aspetta aspetta...
E se il coccodrillo fosse disposto a chiamarsi Caribù? Magari con una virgolina...
Caribù, il coccodrillo, popòm
Oddio no che stronzata... Eh no ci vuole proprio un verbo, un sostantivo non va bene.
Assàggia, contèmpla, derìde, inciàmpa, incèspica...
Coniugazione del cazzo, tutte le voci sono come minimo parossitone!!!!
Se non trovo una soluzione tutti i miei clienti partiranno, sono rovinat...
Aspetta aspetta...
Partiranno?... Par-ti-ran-no?... Partirà?...
PARTIRÀ!!!
Partirà il coccodrillo popòm...
Ooooh aspettaspettaspettaaspett...
popopòm popopòm caribù!
TLANG!
6 Comments:
brava!
hai saputo riassumere il processo di creazione strofa a perfezione!
Io ho un cliente per te: e' Belzebu' e non so dove piazzarlo...
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anonymous- ma certo! nel nostro albergo si accolgono clienti senza restrizioni di fede credenza o senso(tutt'alpiù di metrica). prego si accomodi:
partirà il coccodrillo laggiù
a cavallo d'un gran caribù
e se incontra in cammin belzebù
lì per lì gli regala un tutù
Grazie!
com'e' umana lei.
ps. belzebu' col tutu' e proprio una bell'immagine: I baffi e il pizzetto bello rileccato il tridente appuntito e un tutu' indossato con nonchalance.
ah che bello saper rimare, voi poeti potete dir proprio tutto!
anonymous-ma grazie a te!
(che tu sia umano o belzebubbico)
bella l'immagine del pizzetto rileccato e del tutù nonchalant... il che dimostra che anche la prosa ha le sue qualità, via.
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