Messico eterno.
Atterrate di notte a Città del Messico e avrete un'idea di che cosa sia una megalopoli del Duemila. Inizia qui, su questo altopiano a 2.300 metri, il viaggio in una terra che, come diceva un suo poeta, «sogna i sogni di tutti»
Un Paese immenso, terra di violenti contrasti, di fiestas e di colori. "Non si può raccontare il Messico" dice il filosofo Manuel Zamacone in un romanzo di Carlos Fuentes "Si deve credere nel Messico, con rabbia, con passione, con totale abbandono". E tantomeno ci si può illudere di capirlo, scoprirne le molteplici facce e gli idiomi nascosti, con una breve visita, con la fretta del viaggiatore alla ricerca di storia e miti. È un intrico di civiltà e rivoluzioni, di leggende e di sorrisi tristi. Come diceva uno dei suoi grandi poeti, Octavio Paz, il Messico "sogna i sogni di tutti", raro esempio di commistione, di odio e amore, tra Europa e America. Un gran guazzabuglio per il turista frettoloso alla ricerca di spiagge da favola, melanconici mariachi, rovine pre-colombiane e tacos ardenti di habanero, il peperoncino folgorante. C'è tutto e di più. Basta avere un po' di tempo e tanta pazienza.
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